Le attività letterarie sono adeguatamente sostenute nel nostro Paese sia a livello pubblico sia privato?

Direi senz’altro di no. Manca una valida imprenditoria privata che supporti lo scambio delle esperienze di scrittura, le università non hanno scuole di scrittura creativa come in ogni parte del mondo e anche a livello di liceo si privilegiano forme di scrittura cronachistiche o critiche e non narrative.

Che cosa suggerirebbe ad un altro giovane per intraprendere la carriera dello scrittore in modo professionale?

Sono del parere che la carenza di lettura che c’è in Italia si riverberi fatalmente sulla qualità dei libri pubblicati, scelti più sulla base della rilevanza televisiva che sull’effettivo valore. Un giovane, per scrivere, dovrebbe anzitutto leggere. Poi, naturalmente, avere una storia degna di essere raccontata.

Che impatto ha avuto la rivoluzione digitale sul sua attività di scrittore?

Nessuno. Credo che le storie debbano essere privilegiate rispetto allo scrittore, e una bella storia non viene ostacolata dalla forma in cui viene diffusa.

Credo che le storie debbano essere privilegiate rispetto allo scrittore, e una bella storia non viene ostacolata dalla forma in cui viene diffusa.

Maurizio De Giovanni