Quali sono secondo lei, ad oggi, i principali elementi di differenziazione, in positivo e negativo, del contesto italiano rispetto a realtà internazionali di sua conoscenza? Cosa si può fare per incrementare l’esportabilità del prodotto creativo e culturale italiano?

Il settore creativo e culturale è da sempre un elemento distintivo e caratterizzante, sia a livello locale che internazionale, del nostro Paese. Da sempre, le nostre diverse forme di espressione creativa, sono, nel Mondo, sinonimo di eccellenza e di qualità.

La peculiarità della Creatività Italiana, soprattutto nella Musica, non è riuscita a trarre i migliori benefici dalle recenti implementazioni tecnologiche, che sono, per loro natura, rivolte al “mercato globale” ed hanno, tra le altre, la caratteristica primaria di “standardizzare” la loro offerta, nonostante le diversità culturali di origine. Questo soprattutto perché quasi tutti i DSP sono radicati negli Stati Uniti o comunque sono dedicati principalmente alla diffusione della Musica anglosassone.

Ciò nonostante, uno dei punti di forza del nostro mercato, resta quello di continuare ad avere, almeno nella Musica, una percentuale di penetrazione molto alta del Repertorio Nazionale, pari al 70% del Mercato totale.

Quale contributo può portare un gruppo come quello che lei rappresenta all’evoluzione ed alla trasformazione di un settore verso livelli maggiori di sostenibilità, soprattutto per un Paese come l’Italia?

Operare nel nostro territorio, facendo parte di quello che è sicuramente uno dei Gruppi più rappresentativi e di riferimento nel mercato globale della Musica, come Warner Music Group, ci mette nella condizione di poter svolgere al meglio la nostra mission di ricerca e sviluppo della creatività Italiana.

Questo per due motivi primari. Anzitutto possiamo contare su una considerevole quota di mercato, che ci permette di avere le risorse necessarie per investire nel nostro Paese, su nuovi talenti e nuovi repertori locali. Inoltre la nostra organizzazione internazionale, con oltre 48 Affiliate nel Mondo, ci consente di mettere a disposizione degli Autori, Compositori ed Artisti italiani, il mercato globale, con collaborazioni ed attività di sviluppo internazionali.

Tornare ad esportare la Musica locale al di fuori dei nostri confini, vuol dire principalmente fare leva su quelle caratteristiche di qualità e di unicità che ci hanno permesso, negli anni e nei decenni passati, di essere apprezzati e conosciuti in tutto il mondo.

Il teamwork è uno degli elementi chiave del vissuto aziendale in una realtà come la vostra. C’è una lezione sul fare squadra che ha imparato nel suo ruolo e che secondo lei dovrebbero imparare anche i diversi settori della creatività italiana?

Ciò che dovremmo ricominciare a fare è riattivare la Creatività locale, in tutte le sue diverse funzioni, per comporre, interpretare e produrre, Musica per il mercato internazionale.
Credo che sarebbe di grosso aiuto se i diversi Operatori del nostro settore, riuscissero a “fare sistema”, conducendo le proprie attività con un più efficace “gioco di squadra”, a tutela e a vantaggio dell’intero comparto, piuttosto che del singolo.

Cercare di unirsi, al servizio del “bene comune”, invece che agire separatamente, credo che non possa che aiutarci a tornare a risultati ben più profittevoli, per l’intera filiera creativa e produttiva della Musica Italiana.

Infine avremmo il piacere di chiederle una frase o uno slogan, di sua invenzione, a supporto del progetto Italia Creativa.

“Uniti, come la Musica e le Parole di una Canzone, per tornare a far cantare il Mondo.”

Uniti, come la Musica e le Parole di una Canzone, per tornare a far cantare il Mondo.

Roberto Razzini