Dalle discoteche alla nascita di una radio per promuoverle, alle feste di piazza e agli spettacoli teatrali. La creatività non è confinata in un settore e la sua esperienza ne è un esempio. Quanto la visione d’insieme, che Italia Creativa propone di dare, può essere una chiave di volta per il futuro del nostro Paese?

La mia storia parla abbastanza chiaramente, e si spiega da sé. La creatività stessa, come concetto, è qualcosa che non può essere limitato a un settore unico. Creare significa far nascere le cose dal nulla, riuscire a realizzare qualcosa in base alle occasioni che ci si presentano davanti, senza fossilizzarsi o ragionare per compartimenti stagni. Bisogna avere una visione a 360 gradi del mercato e della vita, in generale, perché il vero modo per andare sempre avanti è sì restare fedeli a se stessi, ma non precludersi mai nulla e saper prendersi dei rischi.

Un calabrese doc che si è affermato al Nord ma che non ha mai perso di vista le sue origini: come il suo territorio ha contribuito al suo successo? Come aiutare i territori ad essere sempre di più una vera e propria risorsa per l’Industria della Creatività e della Cultura Italiana?

Non bisogna mai dimenticare le proprie origini e, per quanto riguarda RTL 102.5, sicuramente un momento cruciale è stato quando abbiamo deciso, ormai più di 20 anni fa, che la programmazione in diretta della radio non si dovesse fermare nemmeno nei mesi estivi di luglio e agosto.  Per farlo abbiamo pensato di portare in trasferta il palinsesto, informazione inclusa, proprio in Calabria, vuoi per il clima, vuoi per l’ospitalità della popolazione. Quell’esperienza ci ha fatto davvero prendere coscienza dell’importanza di portare “su strada” il mondo di RTL 102.5 e avere un contatto diretto e reale con gli ascoltatori e con il territorio, è stato un ritorno che ci ha aperto gli occhi e ha dato il via agli ormai tradizionali tour estivi di RTL 102.5 che negli anni hanno portato gli speaker e lo staff della radio a trasmettere dalle più belle località balneari in Italia. L’Italia è piena di risorse culturali, forse più di qualsiasi altro posto nel mondo e, specialmente in tempi come questi, la chiave di volta, ancor più per il Meridione, deve essere proprio seguire la scintilla e fare affidamento sullo spirito che ci contraddistingue come popolo.

Il suo successo è nato negli anni ‘80 e nel tempo si è trasformato seguendo l’evoluzione dei gusti degli ascoltatori. Data la sua visione vincente sullo scenario musicale italiano, cosa suggerirebbe di fare per valorizzare i talenti nazionali e in particolare i giovani? Cosa potrebbero fare le istituzioni e gli operatori del settore per creare un contesto “favorevole” all’emergere di giovani artisti?

Indubbiamente il panorama musicale nel nostro Paese è cambiato moltissimo, così come il modo di usufruire la musica dalla rete, agli smartphone, alle piattaforme digitali. Questo consente, a differenza del passato, a tanti giovani di avere visibilità sul Web, di essere conosciuti e di creare anche uno zoccolo duro di fan. Detto questo, le istituzioni con alcune iniziative potrebbero incentivare la nascita di spazi ad hoc pensati per i giovani talenti in modo che possano creare un polo di sviluppo artistico e musicale. Potrebbe essere un’occasione utile per osservare quel che accade, per analizzare dove sta andando la musica e, perché no, mettere sotto contratto un giovane talento. La musica è condivisione e aggregazione. La musica è per tutti.

Infine avremmo il piacere di chiederle una frase o uno slogan, di sua invenzione, a supporto del progetto Italia Creativa.

‘Creare è normale’. Perché la capacità di creare, potenzialmente, è dentro ognuno di noi. Una normalità straordinaria.

Creare è normale.

Lorenzo Scuraci