Che cos’è nel suo settore la creatività?

La creatività è senza dubbio uno dei motori principali del settore videoludico. Da essa provengono le idee per sviluppare videogiochi originali e divertenti. Tuttavia la sola creatività e da considerarsi una condizione necessaria, ma non sufficiente, per il successo. Servono infatti adeguate tecnologie a supportarla, così come strategie di marketing e di distribuzione ben pianificate. Perché non si deve mai dimenticare che i videogiochi, oltre che una forma di intrattenimento, sono un business che deve fare i conti con un mercato di riferimento globale e molto competitivo.

Che ruolo ricopre oggi l’Italia in un settore globale come quello dei videogiochi? Quali invece le prospettive per il futuro?

Guardando all’interno del confini nazionali, l’Italia è un mercato importante in quanto a consumi di videogiochi. Ad oggi siamo il quarto paese europeo per volume di vendite dopo Gran Bretagna, Germania e Francia e superiamo di gran lunga, Paesi emergenti quali Russia, Polonia e Medio Oriente. Tuttavia l’industria nazionale vive ancora una fase embrionale e per ora l’Italia non compare nella lista dei principali paesi produttori di videogiochi. Questo però non significa che le cose non possano cambiare: un’eventuale introduzione del tax credit per la produzione di videogiochi o il rafforzamento delle politiche di internazionalizzazione del settore o ancora l’inclusione del settore nelle politiche di investimento del settore pubblico e privato possono rendere la produzione dei videogiochi una delle nuove frontiere dell’export Made in Italy.

In che modo le fiere di settore, come ad esempio la Milan Games Week, incidono sullo sviluppo del territorio e del settore in generale?

Le produzioni Made in Italy sono state al centro di uno stand ospitato nelle ultime tre edizioni della Milan Games Week, permettendo a diversi studi di sviluppo di farsi conoscere dal pubblico e dalla stampa e dando grande visibilità ai loro prodotti. Milan Games Week è un’importante vetrina per tutti gli operatori del settore e, più in generale, è una piattaforma di sperimentazione per l’intrattenimento a 360 gradi, con oltre 120.000 visitatori e oltre 500 tra giornalisti, blogger e youtuber alla sua quinta edizione. In ambito europeo l’edizione italiana di Games Week è seconda in Europa solo a quella francese (Paris Games Week).

Ci sono eccellenze che si distinguono nel panorama nazionale? Come valorizzarle?

Il nostro Paese non manca di eccellenze nella produzione di videogiochi. Negli ultimi anni diversi studi di sviluppo italiani sono riusciti ad imporsi anche a livello internazionale. Alcuni si sono distinti per la pubblicazione di titoli particolarmente apprezzati dalla critica, altri per l’ottenimento di importanti finanziamenti. Questo dimostra che le capacità e il talento nel nostro Paese ci sono, basta solo saperli valorizzare nel modo giusto. Il primo passo in questa direzione è il riconoscimento del videogioco come espressione della cultura contemporanea da parte delle istituzioni, dei media e in generale dell’opinione pubblica.

Quale ruolo hanno i giovani nel suo settore?

Dal censimento dei game developer italiani dell’anno scorso abbiamo rilevato oltre 100 studi di sviluppo attivi sul territorio nazionale. Alla guida di tali studi figurano tantissimi imprenditori di giovane età, sotto i 30 anni, con una formazione prevalentemente tecnico-scientifica e una forte vocazione internazionale. Basti pensare che quasi il 100% dei game developer italiani distribuiscono i loro prodotti all’estero. Il loro apporto per la crescita dell’industria creativa e per l’esportazione del Made in Italy all’estero è a dir poco fondamentale.

Che sfide vede per il futuro del settore? Che opportunità?

Il nostro obiettivo è affermare il videogioco in Italia, così com’è successo o sta succedendo nel resto del mondo, come prodotto culturale, come industria e come strumento per lo sviluppo dell’agenda digitale del Paese. Tre grandi sfide che allo stesso tempo rappresentano tre enormi opportunità: crescita economica, nuovi posti di lavoro, sviluppo tecnologico. Sono certo che riusciremo a coglierle.

La creatività è senza dubbio uno dei motori principali del settore videoludico. Da essa provengono le idee per sviluppare videogiochi originali e divertenti.

Paolo Chisari